
D’attimi
Ho voglia di fermarmi e guardare la gente.
Chiedermi il perché di infinite cose.
Spiegare un foglio di carta e affidare alle parole, a uno schizzo, a un disegno in brutta, la polvere che si adagia addosso.
Vivo in controtempo, altero il ritmo, non do le spalle al vento…
Ma poi devo fermarmi.
E allora accarezzo con gli occhi una donna che passa, o una coppia che si tiene per mano; le pieghe di un’ombra.
O la fretta inutile.
La vita diviene in bellezza; ha un retrogusto amaro come il vino fatto di sole.
Quello che si beve a sorsi lenti.
Ecco.
Così.
Ora.
È come un sorso lungo, ora.
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